Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge riguarda quei cittadini italiani che al termine degli eventi bellici della seconda guerra mondiale si trovavano a risiedere e lavorare nei territori italiani ceduti alla Jugoslavia e che, fedeli alle loro origini, avevano optato per il mantenimento della cittadinanza italiana, incontrando l'ostilità e gli impedimenti posti dalle autorità jugoslave.
      Questi italiani sono stati sottoposti in quegli anni ad una vera e propria persecuzione, con deportazioni e carcerazioni soprattutto nelle isole della Dalmazia, dove venivano sottoposti ad ogni tipo di vessazione e tortura. I più «fortunati» venivano arruolati coattamente nell'esercito jugoslavo e mandati nei posti più sperduti a compiere lavori particolarmente usuranti; di fatto, con la copertura del servizio militare venivano sottoposti a lavori forzati.
      Con questo provvedimento si pone un rimedio al blocco del riconoscimento dei legittimi diritti di questi italiani che, trattenuti con la forza da un esercito straniero, non hanno potuto fare subito rientro in Italia: si tratta di un riconoscimento sancito dalla Convenzione generale in materia di sicurezza sociale firmata con la Jugoslavia nel 1957 e che, proprio per il momento in cui è stata stipulata, non teneva conto di questi italiani «prigionieri» che il regime di Tito considerava dei nemici da perseguitare.

 

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